bestiario fantasy..., stregatto rules

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lon_cynthia
icon12  view post Posted on 13/5/2006, 20:18




Lo Stregatto o gatto del Cheshire è stato inventato da Lewis Carrol per Alice nel paese delle meraviglie e si basa su antiche leggende di gatti invisibili delle campagne inglesi.
Emblematica è la rappresentazione che ne dà Disney, basata comunque sulle immagini di fine Ottocento di Arthur Rackham, che già ce lo rappresenteva come un gattone allucinato e strano.

lasciate qui quello ke sapete di animali nati da credenze popolari! :blink: :read read:
 
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pitty_cris
view post Posted on 16/7/2006, 15:49




accipicchia semp.......che domande complesse!!!!!! comunque appena so qualcosa di interessante lo scriverò...comunque forte questa cosa del nostro micione stregato!!!!! puoi allegare qualcosa mi interessa!!!
 
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lon_cynthia
icon5  view post Posted on 16/7/2006, 17:14




eccoti accontentata...

versione dysneniana e versione rackhamiana! ^^

imagedisney


image rackham


Edited by lon_cynthia - 17/7/2006, 19:19
 
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pitty_cris
view post Posted on 17/7/2006, 14:50




che cosa inquitante............quasi spaventa.....oh dio!!!
 
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arisa
view post Posted on 17/7/2006, 18:19




ma che carinoooooooooooooooo!!!!!!!voglio anch'io un gatto parlanteeeeeeeeee!!!!!e cosi inquietanteeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!! :love:

ma che carinoooooooooooooooo!!!!!!!voglio anch'io un gatto parlanteeeeeeeeee!!!!!e cosi inquietanteeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!! :love:
 
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lon_cynthia
view post Posted on 31/8/2006, 09:47




image image image
Gli antichi egizi furono i primi a parlare del Bennu che poi nelle leggende greche divenne la Fenice. Uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe e due lunghe piume — una rosa e una azzurra — che le scivolano morbidamente giù dal capo (o erette sulla sommità del capo). In Egitto era solitamente raffigurata incoronata con l'Atef o con l'emblema del disco solare.

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Molti storici si domandano se sia esistita davvero la fenice, facendo riferimento alle opere dei poeti romani, considerandola nulla di più di un prodotto della fantasia dei seguaci del Dio-Sole. Alcuni, tuttavia, credono che il mito possa essere basato sull'esistenza di un vero uccello che viveva nella regione allora governata dagli Assiri.

Gli antichi la identificavano col fagiano dorato, tanto che un imperatore romano si vantò di averne catturata una.

Nella Bibbia, con l'ibis o col pavone; altri, con l'airone rosato o l'airone cinereo (arda cinerea) — basandosi sull'abitudine degli antichi egizi di festeggiare il ritorno del primo airone cinereo sopra il salice sacro di Heliopolis, considerato evento di buon auspicio, di gioia e di speranza.

Il volatile più idoneo a rappresentarla è la Garzetta: una specie di uccello affine all'airone, di cui numerosi esemplari vennero sterminati solo poiché i loro ciuffi costituivano le "aigrettes" usate per confezionare i pennacchi coi quali si adornavano le dive. Come l'airone che spiccava il volo sembrava mimare il sorgere del sole dall'acqua, la Fenice venne associata col sole e rappresentava il BA ("l'anima") del dio del sole Ra , di cui era l'emblema — tanto che nel tardo periodo il geroglifico del Bennu veniva impiegato per rappresentare direttamente Ra.

Quale simbolo del sole che sorge e tramonta, la Fenice presiedeva al giubileo regale. Ed essendo colei che ri-sorge per prima, venne associata al pianeta Venere — che appunto veniva chiamato "la stella della nave del Bennu-Asar.


E come l'airone, che s'ergeva solitario sulla sommità delle piccole isole di roccia che sbucavano dall'acqua dopo la periodica inondazione del Nilo che ogni anno fecondava la terra col suo limo, il ritorno della Fenice annunciava un nuovo periodo di ricchezza e fertilità. Non a caso era considerata la manifestazione dell'Osiride risorto, e veniva spesso raffigurata appollaiata sul Salice, albero sacro ad Osiride. Per questa stessa ragione venne riconosciuta quale personificazione della forza vitale, e — come narra il mito della creazione — fu la prima forma di vita ad apparire sulla collina primordiale che all'origine dei tempi sorse dal caos acquatico.

Si dice infatti che il Bennu abbia creato sé stesso dal fuoco che ardeva sulla sommità del sacro salice di Heliopolis. Proprio come il sole, che è sempre lo stesso e risorge solo dopo che il sole "precedente" è tramontato, di Fenice ne esisteva sempre un unico esemplare per volta.

Da qui l'appellativo "semper eadem": sempre la medesima. Al giorno d'oggi sopravvive il modo di dire "essere una fenice", ossia qualcosa di cui non si conosce l'uguale, introvabile, un esemplare unico. era sempre un maschio, e viveva in prossimità di una sorgente d'acqua fresca all'interno di una piccola oasi nel deserto d'Arabia, un luogo appartato, nascosto ed introvabile — citando il ben noto adagio di Metastasio ("Demetrio", atto II, scena III):

«Come l'araba Fenice, che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa».

Ogni mattina all'alba faceva il bagno nell'acqua e cantava una canzone così meravigliosa che il dio del sole arrestava la sua barca (o il suo carro, nella mitologia greca) per ascoltarla.

Talvolta visitava Heliopolis (la città del sole, di cui era l'uccello sacro), e si posava sulla pietra ben-ben: l'obelisco all'interno del santuario della città (nota originariamente col nome di "Innu", che significa "la città dell'obelisco", da cui il nome biblico On).
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Quetzalcoatl, dio uccello (o serpente piumato) dell'America centrale, aveva il dono di morire e risorgere; grande sovrano e portatore di civiltà. Da un'iscrizione Maya del 987 d.C.: «Arrivò Kukulcan, serpente piumato, a fondare un nuovo stato». I toltechi ne parlano come di un re-sacerdote di Tollan, che morì nello Yucatan, forse arso su un rogo (come la Fenice).

Wakonda, uccello del tuono degli indiani Dakota. Per i Sioux, "grande potere superiore", fonte di potere e saggezza, divinità generosa che sostiene il mondo e illumina lo sciamano
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Si dice inoltre
... che la Fenice, dal momento che si crea da sé, non può avere alcun Maestro.
... che, essendo un uccello unico (ne esiste soltanto una per volta), è un essere solitario.
... che è ancora più solitario per via del fatto che non si riproduce.
... che può vivere centinaia d'anni, ma sempre da sola, senza nessuno dei suoi simili.
... che, pur essendo lo scopo della sua vita quello di riportare la felicità sulla Terra, lei stessa ha dovuto rinunciare alla sua felicità personale e alla possibilità di amare, dal momento che una Fenice non può avere un compagno.

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Quattro piramidi furono dedicate alla Fenice:

quella di Cheope, presso Giza, detta "dove il sole sorge e tramonta";
ad Abusir, Sahure, "splendente come lo spirito Fenice";
Neferikare, "dello spirito Fenice"
Reneferef, "divina come gli spiriti Fenice".
Una interessante spiegazione ornitologica per il mito della Fenice, è che alcuni grandi volatili sbattono le ali sul fuoco per uccidere i parassiti col fumo. La Fenice, nel suo aspetto distruttore, viene a liberare il mondo dal male — i parassiti, appunto — bruciandolo col Fuoco Spirituale.

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Curiosità riguardo alla fenice nella cultura contemporanea
Una fenice di nome Fawkes (nella versione inglese originale) appare nella saga di Harry Potter come animale leggendario che appartiene al preside della scuola di Hogwarts, Albus Silente. Si può ipotizzare che sia di sesso maschile (è indicata con il pronome maschile). Nella saga fa riferimento ad altri poteri strordinari della fenice: è in grado di sollevare pesi immensi e le sue lacrime hanno potere curativo. Albus Silente sostiene che le fenici siano animali da compagnia estremamente fedeli.
Il pokemon Ho-Oh è ispirato alla figura della fenice nella mitologia giapponese.
Tra i Cavalieri dello Zodiaco, uno di loro, il valente Ikki di Phoenix, usa i poteri della Costellazione della Fenice.
Nel manga B't X, il B't Je T'aime (Tempest nella ver.italiana) è ispirato alla Fenice della mitologia cinese e, come quest'ultima, dopo la morte è in grado di rinascere ogni volta più potente di prima (pur essendo una macchina).
In videogiochi come Final Fantasy la Fenice è un essere il quale se invocato è in grado, attraverso le sue fiamme (che intanto danneggiano il nemico), di ridare vita ai personaggi e anche allo stesso invocatore. Le sue piume vengono appunto usate per resuscitarli dalla morte.
 
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Leloo
view post Posted on 4/9/2006, 12:06




beh ho trovato questo personaggio in un libro che parla di vampiri!!!! forte....

Lamia: fantasma femmineo (che più tardi si trasformò nella Strega) che strozzava i bambini e con artifizi attirava i giovani al fine di succhiarne il sangue e mangiarne le carni!
Vampiro originario dell'antica Grecia. Presente in molte leggende mitologiche, la Lamia è una vampira di origine demoniaca, dalle fattezze stravolte, con denti molto acuminati; usa introdursi nelle case sotto forma di uccello per succhiare il sangue agli uomini dormienti. Le Lamie sono conosciute anche come Empuse, e nella Roma antica come Striges.image
imageimage questa è bellissima se osservate c'è la pelle di serpente in basso!!!!
 
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lon_cynthia
view post Posted on 4/9/2006, 13:13




che figata! ^^

dai! continue! ^^
 
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arisa
view post Posted on 5/9/2006, 07:34




wow..... :shock2:
 
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Leloo
view post Posted on 5/9/2006, 11:22




tra l'altro in questo libro è stupenda......ha gli occhi color dell'ambra!!! wow
 
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lon_cynthia
view post Posted on 10/12/2006, 18:19




riprendiamo le care vecchie abitudini:

Il grifone è una creatura leggendaria con il corpo di leone e la testa d'aquila. Spesso sono rappresentati con lunghe orecchie equine. La femmina dell'animale ha inoltre ali simili a quelle delle aquile. Il grifone è quindi spesso rappresentato con quattro zampe, ali, becco, artigli d'aquila e orecchi equini. Stando ad alcuni autori, la coda sarebbe costituita da un serpente.

cos'altro sappiamo? vi metto un'immagine:

image

immagine realizzata x Carroll da Sir John Tenniel, per il suo Alice's adventures in wonderland.

come ho scritto su wikipedia, Probabilmente deriva da un'animale mitologico romano, il Grifo, anche lui con testa d'aquila, e corpo di leone. Viveva nei monti Rifei, dove custodiva l'oro del Nord.



Edited by lon_cynthia - 10/12/2006, 18:32
 
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Leloo
view post Posted on 14/12/2006, 15:34




mi piace da morireeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!! è il mio preferito!!!!!!!!!!!! quanto mi piaceeeeee!!!!!
 
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lon_cynthia
view post Posted on 16/12/2006, 00:34




:blink: nn hai altro a riguardo?! ^^
 
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Leloo
view post Posted on 19/12/2006, 14:29




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"Se è vivo chi ti vide, la tua storia è menzognera, perchè se non morì t'ignora e se morì non lo dice."

La voce "Basiliscus", che si incontra nella Vulgata, traduce l’ebraico Sephà, che indica un serpente velenoso terribile, non identificabile tra i viventi.
Dagli antichi col nome Basilisco venivano designati strani mostri creati dalla fantasia a cui si attribuivano malefici poteri.
Il Basilisco è l’essere favoloso del mondo dei serpenti, un rettile leggendario carico di significati simbolici.
Nel corso degli evi il basilisco, che significa "piccolo re", si modifica fino alla bruttezza e all’orrore, e adesso se ne sta perdendo il ricordo.
Scrive Plinio: "E’ un drago che ha sulla testa una corona d’oro, grandi ali spinose, una coda di serpente, che termina con la testa di un gallo. Il suo fiato avvizzisce la frutta. Il suo sputo brucia e corrode. Il suo sguardo spacca le pietre. L’odore della donnola lo uccide.
Altra arma contro di lui è lo specchio: il basilisco è fulminato dalla sua propria immagine. E’ l’idea del maligno che lo morde".
Il basilisco, sempre secondo Plinio che ne ha parlato a lungo è un serpente lungo solo dodici dita che ha una macchia bianca sulla testa, a forma di diadema.
"Il suo sibilo fa fuggire i serpenti: non striscia sinuosamente come gli altri rettili, ma avanza, col corpo eretto a metà.
Il suo contatto e anche il suo alito uccide gli arboscelli, brucia l’erba da tanto è velenoso. E’ accaduto davvero che un uomo a cavallo uccise un basilisco colpendolo con la lancia ma il veleno seguì l’arma e uccise non solo il cavaliere ma anche il cavallo.
La donnola è l’antidoto contro questo mostro. Alcuni re, desiderando vedere morto questo rettile, ne hanno fatto la prova: si butta una donnola nella tana del basilisco ed essa lo uccide col suo odore, ma anch’essa perisce.
Così termina la lotta della natura contro se stessa." Secondo altre fonti il basilisco nasce dall’uovo di un vecchio gallo di sette o quattordici anni, deposto sul letame e covato da un rospo o da una rana.
E’ raffigurato da un gallo dalla coda di drago o da un serpente con ali di gallo. Il basilisco risiede nel deserto: meglio, egli crea il deserto. Ai suoi piedi cadono morti uccelli e imputridiscono i frutti.
Il basilisco, questo orrendo mostro mortifero è fulminato dalla sua propria immagine.
Pare che gli antichi lo chiamassero basilisco che significa regale, a causa di quella macchia bianca a forma di diadema.
Quanto alla sua vera natura si tratta indubbiamente di un miscuglio di diverse specie.
Sembra, se si considera la sua andatura, che si tratti del naia, o cobra indiano, che si erge in presenza dell’uomo, e porta sul collo, in evidenza, una doppia lunetta chiara simile ad una corona.
La donnola, che uccide i basilischi, sarebbe forse la famosa mangusta descritta da Kipling.
"Ciò nonostante la bestia è bella, di un bel colore chiazzato di bianco. Ciò avviene per molte cose che sono belle, ma anche malvagie." Per Pietro il Piccardo, che scrisse nel medioevo, il basilisco non poteva essere altri che il diavolo, e così la pensava la maggior parte degli scrittori del suo tempo.
In molte cattedrali romaniche e gotiche, esso sta a rappresentare alternativamente, il diavolo e il peccato.
Il medesimo basilisco nel secolo XIV e XV rappresenta il tradimento degli ebrei e nel XVI secolo viene associato alla collera e alla forza.
Tra i peccati capitali il basilisco simboleggia la lussuria e viene combattuto da Cristo insieme al leone e al drago.
La sifilide che si diffuse nel secolo XV fu denominata "morbo del basilisco". Nei libri di emblemi medioevali si fa notare che il basilisco può essere sconfitto solo con l’ausilio di uno specchio che rifletta il suo sguardo velenoso.
"Il malefico basilisco da chiaro specchio sfugge, per propria rovina il veleno dei suoi occhi, chi è incline a fare del male al prossimo, è giusto venga colto egli stesso dal proprio impeto assassino" (Honberg, 1675).
Questo modo di opporre uno specchio al basilisco lo fa associare alla Gorgone, la cui vista faceva precipitare nel terrore e nella morte.
I ciarlatani nei secoli XVI e XVII usavano fabbricare simili mostri, deformando abilmente le razze, piccoli pescecani o altri animali, e li esponevano poi nelle piazze per attirare gente.
Il basilisco compare anche come termine militare, è il nome di una grossa bocca da fuoco, in uso nei secoli XIV e XV.
In alchimia è simbolo del fuoco devastatore che prelude alla trasformazione dei metalli.
E’ l’immagine della morte che abbatte con feroce velocità, la falce è fulminea come lo sguardo, se non ci si pensa in tempo preparandosi con lucidità.
Questo serpente è una immagine dell’inconscio, terribile e mostruoso per chi lo ignora e non lo riconosce fino al punto di disintegrare la personalità.
Bisogna guardarlo e riconoscere il valore per non diventarne vittima.
I nostri lati di ombra sono in agguato finchè non li guardiamo allo specchio e li accettiamo.
Ricordo un sogno in cui: la sognatrice incontra un uomo mostruoso che le dice: "guardami, ti mostro il mio limite." E’ necessario fare i conti e guardare in faccia il mostro che siamo, sapendo anche che mostruosità e regalità coincidono, che nel nostro limite è celata la trasformazione. Incontro con l’ombra, morte, trasformazione sono strettamente legate.
Prevale ancora il timore del serpente velenoso, come rappresentazione dell’inconscio pericoloso e nella maggior parte delle persone il lato mostruoso, tenebroso negativo della personalità resta inconscio.
Il basilisco può simboleggiare il male e le forze demoniache che solo l’eroe affronta.
L’io non può trionfare prima di aver conosciuto e assimilato l’ombra.
Scrive Rilke in "Lettere ad un giovane poeta": "Tutti i mostri della nostra vita sono forse belle principesse che attendono di vederci belli e coraggiosi.
Tutte le cose terrificanti sono cose prive di soccorso in attesa del nostro aiuto."












Sirene......vi linko un siro interessante! http://www.fateefate.it/sirene/sirene0.htm
 
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lon_cynthia
view post Posted on 20/12/2006, 21:25




hey ci stiamo postando i preferiti vicendevoli?!?!!? ahahah...io adoro il basilisco!! è il mio preferito!!!! ^_______________________^
 
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20 replies since 13/5/2006, 20:18   3990 views
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