Silvestro II

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lon_cynthia
view post Posted on 16/4/2008, 21:52






Detto esser stato il Papa che fece un patto con il Diavolo...certo è che studiò magia, era fissato in scienze ed esperimenti (scoperte), sia in musica (inventa l'organo a vapore) sia in astronomia (inventa l'astrolabio) che astrologia (studiò un modo attraverso le stelle per poter vedere il suo futuro).

I contemporanei lo definirono il Papa del Diavolo, proprio perché sapeva troppo...

Sembra che avesse costruito una statua d'oro in cui aveva rinchiuso un demone che rispondeva alle sue domande. Certo è che venne accusato di essere in possesso di un golem.

Celebrò la messa dell'anno 1000, quando era stata annunciata la fine del mondo...avrebbe detto messa a Gerusalemme, e poi morì...proprio come sembrerebbe fosse stato previsto per il patto demoniaco (sarebbe vissuto finché non avrebbe celebrato messa in Gerusalemme).

Comunque, tutte le sue invenzioni e sue documenti vengono distrutte e bruciate, ma il mistero continua: da quando venne seppellito, ognivolta che moriva un papa un ruscello sgorgava dalla sua tomba; si decise di aprirla e cosa vi si trovò? Il suo corpo ancora integro...che però si dissolve poco dopo esser stato riesumato.


da wiki:



Note biografiche


Gioventù
Gerberto nacque attorno al 950 nella regione francese dell'Aquitania, ad Aurillac. Attorno al 963 entrò nel monastero di San Geraldo della sua città e nel 967, il Conte Borrell di Barcellona visitò il monastero e l'abate chiese al conte di portare con sé Gerberto, così che il giovane potesse studiare matematica in Spagna, nel monastero di Ripoll. Negli anni seguenti, Gerberto studiò nella città di Barcellona (controllata dai cristiani), e entrò in contatto col mondo islamico, data anche la vicinanza col confine.

In Spagna maturò un interesse per le scienze, in particolare matematica e astronomia, eccezionale per il suo tempo: cercava libri e strumenti per l'osservazione diretta e lo studio delle stelle, con un atteggiamento innovativo rispetto alla tradizionale lettura ed esegesi dei testi sacri. Quando era ancora giovane la fama della sua cultura si era già diffusa in tutto il mondo cristiano. Non mancarono in seguito leggende sul suo conto, che lo dipingevano come un astuto mago o come in contatto col demonio.

Egli era interessato anche al diritto ed alla politica. Queste conoscenze gli permisero di mettersi al servizio di personaggi potenti come consigliere, e furono la chiave che aprirono a lui, nato di modesta famiglia, le porte di cariche ecclesiastiche di primissimo rilievo.


Roma, Bobbio e Reims

Nel 969, il conte Borrell compì un pellegrinaggio a Roma, portando Gerberto con sé. Qui Gerberto incontrò il papa Giovanni XIII e l'imperatore Ottone I. Il papa persuase Ottone ad impiegare Gerberto come tutore per il suo giovane figlio, il futuro Ottone II. Alcuni anni dopo, Ottone permise a Gerberto di andare a studiare alla scuola della cattedrale di Reims, dove venne ben presto nominato insegnante dall'arcivescovo Adalbero.

Ottone II, divenuto nel frattempo Sacro Romano Imperatore, nel 983 nominò Gerberto abate di Bobbio e conte di quel distretto, ma, per colpa della gestione dei precedenti abati, l'abbazia era andata in rovina, perciò Gerberto fece ritorno a Reims.

Dopo la morte di Ottone II, nel 984, Gerberto venne coinvolto nelle lotte politiche dell'epoca: nel 985, con l'appoggio del suo arcivescovo, si oppose al tentativo di Lotario di Francia di strappare la Lorena ad Ottone III tramite l'appoggio di Ugo Capeto. Capeto divenne Re di Francia, ponendo fine alla dinastia dei Carolingi.

Adalbero morì nel 988. Gerberto era un candidato naturale alla successione arcivescovile, ma Ugo Capeto nominò Arnolfo, un figlio illegittimo di Lotario.


Arcivescovo di Reims
Arnolfo venne deposto nel 991 per sospetto tradimento nei confronti del re, e Gerberto venne allora eletto come suo successore. Ci fu però una tale opposizione alla nomina di Gerberto alla sede di Reims, che papa Giovanni XV inviò un legato in Francia, che sospese temporaneamente Gerberto dal suo incarico episcopale. Gerberto cercò di mostrare che il decreto era illegale, ma un ulteriore sinodo nel 995 dichiarò non valida la deposizione di Arnolfo: fu in quei momenti difficile che si fece sentire la protezione della Dinastia ottoniana di Sassonia.

Gerberto divenne quindi il precettore di Ottone III.


Arcivescovo di Ravenna
Papa Gregorio V, cugino di Ottone, lo nominò Arcivescovo di Ravenna nel 998, carica che ricoprì per circa un anno.


Pontefice
L'imperatore lo elesse a successore di Gregorio come papa nel 999. Gerberto prese il nome di Silvestro II (richiamandosi a Silvestro I, il consigliere di Costantino il Grande). Subito dopo essere stato eletto papa, Gerberto confermò la posizione del suo ex rivale Arnolfo come arcivescovo di Reims.

Silvestro seppe liberarsi presto dell'ingerenza dell'Imperatore, che avrebbe circoscritto la sua opera a semplice cappellano di corte. Intuì la grande importanza della cristianizzazione delle terre degli slavi, che stavano crescendo di importanza ad est del regno tedesco, sostenendo l'istituzione di nuove Chiese nazionali.

Nell'anno 1000 concesse la corona reale di Ungheria al principe Stefano (poi venerato come santo Stefano) del casato degli Arpád, costituendo cosí il Regno d'Ungheria. A Stefano affidò il compito di organizzare la Chiesa nel suo paese, mentre nella futura Polonia fondò l'arcidiocesi di Giezno, dalla quale si irradiò la cultura cristiano-romana in tutta l'area.


Fuga da Roma e morte
Nel 1001, la popolazione di Roma si rivoltò contro l'imperatore, costringendo Ottone e Gerberto a fuggire a Ravenna. Ottone guidò senza successo due spedizioni per riottenere il controllo della città, e morì durante la terza nel 1002. Gerberto ritornò a Roma poco dopo la morte di Ottone, anche se la nobiltà ribelle rimase al potere, subendo l'umiliazione della potente famiglia dei Crescenzi. Morì poco dopo (1003). È sepolto a San Giovanni in Laterano.


Opere
Gerberto scrisse una serie di opere, che trattavano principalmente questioni di filosofia e le materie del quadrivio. Egli aveva appreso l'uso dei numeri arabi in Spagna, e poteva eseguire mentalmente calcoli che erano estremamente difficili per le persone che pensavano in termini di numeri romani. A Reims, fece costruire un organo idraulico che eccelleva sopra tutti gli strumenti precedentemente noti, nel quale l'aria doveva essere pompata manualmente. Gerberto reintrodusse l'abaco in Europa, e, in una lettera del 984, chiese a Lupito di Barcellona una traduzione di un trattato arabo di astronomia. Gerberto potrebbe essere l'autore di una descrizione dell'astrolabio che venne redatta da Ermanno Contratto 50 anni dopo.

Come papa, prese misure energiche contro le pratiche della simonia e del concubinaggio, diffusesi tra il clero, sostenendo che solo gli uomini capaci di una vita ineccepibile potevano essere nominati vescovi. Scrisse inoltre il trattato dogmatico De corpore et sanguine Domini.

Gli scritti di Gerberto furono stampati nel volume 139 della Patrologia Latina.


leggenda sulla stegoneria

La grande sapienza di Gerberto fu all'origine di leggende sinistre, che lo mettevano in relazione con arti magiche e con il demonio.

Si credeva che Gerberto avesse un libro di incantesimi rubato a un filosofo arabo in Spagna. Gerberto sarebbe fuggito, inseguito dal derubato che era in grado di rintracciare il ladro tramite le stelle, ma Gerberto si nascose appeso a un ponte di legno, dove, sospeso fra cielo e terra, era invisibile al mago.

Gerberto avrebbe anche costruito o ottenuto una testa bronzea, che sarebbe stata in grado di rispondere alle sue domande con un "si" o con un "no". La leggenda voleva inoltre che avesse stipulato un patto con un demone donna chiamata Meridiana, che sarebbe apparsa dopo che egli era stato rifiutato dal suo amore terreno, con l'aiuto del quale avrebbe raggiunto il trono papale (un'altra leggenda narra che vinse il papato giocando a dadi con il diavolo)[citazione necessaria].

Secondo la leggenda, Meridiana (o la testa di bronzo) disse a Gerberto che nel caso avesse celebrato una messa a Gerusalemme, il diavolo sarebbe venuto a prenderlo. Quindi Gerberto cancellò un pellegrinaggio a Gerusalemme, ma, celebrando una messa nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme a Roma (anche chiamata "Chiesa Gerusalemme"), vide all'improvviso Meridiana e capì che la profezia era compiuta. Si sentì male poco dopo e, morendo, chiese ai suoi cardinali di tagliare il suo corpo e di spargerlo per la città. In un'altra versione, celebrando la messa fu attaccato dal diavolo, che lo mutilò e diede gli occhi del papa ai demoni per giocare all'interno della chiesa. Pentendosi, Silvestro II si tagliò in seguito la mano e la lingua.

Una parte dell'iscrizione sulla tomba di Gerberto[2] recita Iste locus Silvestris membra sepulti venturo Domino conferet ad sonitum ("Questo luogo, all'arrivo del Signore, renderà al suono dell'ultima tromba i resti sepolti di Silvestro II"): la traduzione erronea di conferet ad sonitum con "emetterà un suono" diede adito alla curiosa leggenda che le sue ossa sbatacchino subito prima della morte di un papa.

Altra leggenda è quella che si diffuse negli ambiti della curia romana secondo la quale la tomba si inumidisce alla morte di un cardinale e da essa fuoriesce dell'acqua alla morte di un papa[citazione necessaria].

Le leggende riguardanti Gerberto come uno stregone fiorirono circa un secolo dopo la sua morte. Ci sono stati altri papi sospettati di stregoneria, ad esempio Giovanni XXI (1276–77) e Benedetto XII (1334–42). Papa Gregorio XII (1406–15) fu interrogato circa pratiche magiche nel 1409 al Concilio di Pisa.
 
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